Ma l’attività fisica ci può aiutare davvero nella quotidianeità? La risposta è si!

Un recente studio ha dimostrato come l’attività fisica, contestualizzata in un comportamento esplorativo, influenza la neurogenesi e la loro sinaptogenesi (nascita di nuovi neuroni e connessioni tra essi).

L’esperimento consiste nel posizionare un ratto all’interno del labirinto acquatico di Morris e vedere in quanto tempo trova l’uscita.

Inizialmente il ratto comincierà a girare in maniera casuale fino a quando non troverà la piattaforma che gli permette di uscire fuori dall’acqua. Una volta sulla piattaforma inizierà a guardarsi intorno ed a cercare riferimenti spaziali.

Esperimento ripetuto circa 4/5 volte.

L’animale impiega sempre meno tempo per raggiungere la piattaforma e, infine, viene direttamente tolta la piattaforma e se il ratto ha realmente appreso gira di continuo nella zona dove era posizionata.

Un ratto a cui è stata “somministrata” attività motoria apprende prima la posizione della piattaforma rispetto al “collega” sedentario.

Conclusione della sperimetnazione: fare attività (in modo programmato, con continuità e con una certa intensità) vuol dire avere una maggior proliferazione del giro dentato dell’ippocampo (zona della memorizzazione e apprendimento spaziale) e quindi una maggior produzione di nuovi neuroni!

Tutto questo è stato possibile verificarlo grazie all’iniezione del retrovirus nell’ippocampo destro e sinistro del ratto, che fa esprimere alle proteine giovani la GFP (green fluorescent protein) per cui dopo 7 giorni nel ratto era possibile vedere cellule con 7 giorni di vita.

In questo modo si è constatato che le cellule di 7 giorni nel ratto sedentario non avevano ancora sinapsi, mentre nell’animale che aveva effettuato attività motoria (es. corsa o nuoto) la formazione delle sinapsi veniva velocizzata.

L’attività motoria può andare a stimolare la neurogenesi adulta e può velocizzarla!

Lo studio sopracitato riporta una scoperta sorprendente: fino a qualche decennio fa si pensava che i neuroni del cervello umano non avessero capacità di rigenerarsi ex novo, invece non è così!

Tutto ciò è di vitale importanza e applicabile a coloro i quali hanno subito traumi e/o patologie in cui vi è stata morte neuronale (es: ictus, ischemia cerebrale, commozione cerebrale etc etc…).

In questo caso verrebbe da dire che la Panacea di tutti i mali è l’ATTIVITA’ FISICA!

Studio di riferimento: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/hipo.20679

Anthea Olivieri Pennesi
(Istruttrice presso la “Si Sport Wellness E SPA”, Laureata in Scienze Motorie Sportive e della Salute (L-22) e Laureanda in Scienze dello Sport (LM-68).

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